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Bimbi maleducati e genitori preoccupati: come fare?

bimbi maleducati

I nostri bambini sono di certo più svegli, intelligenti, stimolati di noi genitori alla loro età e questo è certamente un segnale positivo, l’attenzione dei genitori all’uso di nuovi dispositivi, il bilinguismo delle coppie miste e l’autonomia che ne deriva aiuta a contribuire nella crescita dei nostri bambini, ma allo stesso tempo, alcuni di loro potrebbero eccedere in maleducazione, i nostri ragazzi hanno, delle volte, comportamenti arroganti, prepotenti ed aggressivi.

Come fare per aiutarli ad avere e mantenere il giusto atteggiamento nella vita?  
Ecco alcuni consigli per aiutare i genitori nel loro “duro” ma bellissimo lavoro

1. Esempio - Per prima cosa, bisogna ricordare che c’è un tempo (non troppo presto) e un modo (non duro) adatti ad insegnare le buone maniere. Il bambino non è di certo in grado di capire quali comportamenti possono dare fastidio agli altri. A 1 o 2 anni il piccolo vuole sperimentare, provare, toccare con mano. Sarebbe assurdo pretendere che sia sempre pulito, che non voglia mettere le mani nella pappa o che non urli quando vuole. La prima regola è perciò il buon esempio. Più delle parole, più dei rimproveri o spiegazioni, in questa fase quello che conta è l’esempio che diamo giornalmente ai nostri figli. Se siamo educati, se teniamo un tono di voce basso e calmo, se ci sediamo mentre mangiamo, se siamo cortesi, se sentono dire “grazie”, se vedono la generosità imparerà naturalmente a comportarsi nello stesso modo, sarà la loro normalità. 

2. Regole - Garbo e fermezza sono più efficaci di urla e scenate. Rimproverare i bambini piccoli spesso non porta a niente, ricordargli le regole nei momenti di “dimenticanza” permette di consolidare le azioni nel tempo e nello spazio. 

3. Libertà - Alzi la mano chi non teme le montagne russe. Siamo iperprotettivi, anche l'altalena ci fa paura, ma ricordiamoci che dobbiamo crescere dei futuri adulti, permettiamo che i nostri piccoli sviluppino la loro autonomia e con un pò di coraggio, permettiamoli di “correre dei rischi” misurati alla loro età.  Il bambino deve fare la sua esperienza, deve confrontarsi anche con i pericoli e provare a superarli da solo, solo così crescerà consapevole.

4. Calma -  Diciamoci la verità, i bambini ne combinano di tutti i colori. Anche se difficile, quello che dobbiamo fare in ogni caso è dare regole chiare e non comandi, meglio se con la calma, anziché urlare.  Se i nostri figli trasgrediscono non critichiamo il comportamento, ma ricordiamogli qual è l’atteggiamento giusto. Non sono critiche ma suggerimenti.

5. Relazioni - Anche se assistiamo a un’ingiustizia plateale tra ragazzi lasciamo che siano i nostri figli a risolvere i loro guai. Dobbiamo essere pronti a consigliarli, sostenerli ed incoraggiarli, ma lasciamoli agire e risolvere i loro screzi. 

6. Nessuno è perfetto -  nemmeno nostro figlio.  Al primo brutto voto di scuola non mettiamo in discussione le competenze tecnico scientifiche dell’insegnante. Ad un primo approccio verifichiamo se nostro figlio era veramente preparato. Parlare male degli insegnanti perché hanno dato un brutto voto o hanno ripreso vostro figlio è un atteggiamento poco costruttivo.

7. Compiti - I compiti sono i suoi, non i tuoi. Bisogna dare spazio ai figli di fare e sbagliare.  Il lavoro degli insegnanti è insegnare e va lasciato a loro. Il lavoro dei ragazzi è esercitarsi, tentare, trovare un metodo, o più semplicemente crescere. E’ giusto e corretto controllare i compiti svolti nel pomeriggio e supportarli nelle difficoltà, sempre con la consapevolezza dei loro tempi e delle loro potenzialità. 

8. Aiuto - Non essere troppo servizievole. Finchè sono piccoli i bimbi vanno aiutati, nel preparargli un panino ad esempio oppure nelle attività troppo pesanti, ma man mano che il bambino cresce può fare in autonomia molte cose, senza per questo rischiare la vita o stancarlo oltremisura. Ti ho preparato la merenda, ho fatto la cartella per te, metto a posto io i tuoi giochi ect … La continua assistenza ai figli non lascia loro la possibilità di sperimentare, di fare esperienza.