Scuola, quello che un tempo era il “cortile”

giochi cortileok
Un tempo, nemmeno troppo lontano, i bambini giocavano nel cortile sotto casa, senza nessuna supervisione dei genitori, con un pallone e alcuni amici.

I bambini di quel tempo giocano tra sé, si passavano a chiamare nel pomeriggio (dopo aver terminato i compiti) e passavo il tempo a giocare insieme con pochi giochi e molta fantasia.
All’imbrunire ogni bambino sapeva di dover rientrare a casa, non c’erano orologi nè cellulari ma c’era il buon senso e il rispetto dei genitori per le regole che davano.

Nel cortile non si giocava soltanto, si discuteva, ci si arrabbiava, si creavano gruppetti di coetanei, si raccontavano storie ed alcune volte bugie, si faceva la pace dopo una bisticciata e ci si richiamava il giorno dopo. Il tutto senza che nessun genitore intervenisse ad ogni azione, senza che chiedesse il perché delle discussioni, senza che venisse obbligato nessun ragazzo a chiedere scusa dopo un torto, il tutto avveniva con i propri tempi e con le proprie emozioni, la pace veniva sempre fatta ma senza forzature.

Il “cortile” ora è una realtà pressoché scomparsa, quel giocare liberi da ogni vincolo e tempo, oggi (quasi) non esiste più. Oggigiorno le giornate dei ragazzi sono definite secondo ritmi ben precisi, prima la scuola, poi i compiti, poi lo sport, poi un po' di tv poi si cena e via a letto.

In questa maniera è difficile insegnare ai ragazzi l’equilibrio delle relazioni: il tempo è scandagliato coi minuti e i (pochi) genitori che possono li seguono nei giochi o al parco, intervenendo ad ogni loro azione, pensando cosi di fare bene, ma non sanno che così facendo limitando il nascere delle loro esperienze.
 
In ogni gruppetto c’è un “bulletto” e un “timido”  i bambini imparano a superare i loro limiti osservando nel piccolo del loro gioco come alcune questioni si risolvono, il timido imparerà presto a “rispondere a tono” e  il bulletto non avrà molto spazio se i suoi amici imparano ad ignorare alle sue angherie.

La scuola oggigiorno ricopre un ruolo ancor più importante, ossia insegnare quello che un tempo si imparava nei cortili, la scuola ci deve insegnare a convivere con gli altri, deve insegnare come farsi rispettare, come diventare creativi ma soprattutto ci deve insegnare come vivere insieme ad altri senza i paletti di tempo, regole e genitori, perché un domani questi ragazzi siano capaci di stare insieme, di crescere e accettare la diversità, la scuola deve insegnarci ad essere coraggiosi con i più prepotenti, a rispettare chi ha tempi più lenti, insomma la scuola ha veramente un compito duro e impegnativo: deve crescere dei piccoli adulti, e ora come non mai, deve essere il luogo in cui non solo studiare e fare di conto, ma il luogo in cui osservare, guardare e capire il muoversi delle relazioni, perché è lì che oggi i nostri ragazzi passano molto del loro tempo ed è lì che oggi si formano le persone che un domani guideranno il futuro.