Letizia, mamma italiana emigrata in Canada da poco meno di de anni, ci racconta la sua esperienza con l’ingresso del figlio quindicenne alla nuova high school.
Da sempre ero abituata ad una scuola italiana, in cui si sta seduti per ore, in un edificio vecchiotto, con insegnanti che si spostano nelle varie classi a seconda del loro planning settimanale, con diari pieni di compiti e le file per i colloqui infinite. Trasferita in Canada per seguire mio marito ed il suo lavoro, ho trovato una realtà diversa ma sopratutto scuola nuova, rispetto a quelle che avevo lasciato.
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I programmi scolastici annuali sono più leggeri, i ragazzi possono scegliere le materie con molta libertà.
Gli alunni si muovono nelle varie aule, a seconda della tipologia della materia da seguire. -
A casa non vengono (quasi mai) svolti i compiti, tutt’al più svolgono ricerche per dei progetti a medio termine, non ci sono interrogazioni e le verifiche scritte sono annunciate per tempo.
Le scuole sono fornite di PC, palestre, teatri, biblioteche e armadietti!!! Li vengono lasciati sia gli zaini che i libri.
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Il pranzo è a libera scelta, si può portare qualcosa da casa e consumarlo lì oppure si mangia in caffetteria.
Gli edifici sono generalmente puliti, ben conservati e luminosi. Ogni materia ha lo stesso numero di ore distribuite durante la settimana.
Gli alunni possono frequentare o no le lezioni, non sono richieste le giustificazioni di genitori, ma sanno peró che tutto viene riportato giornalmente sul sito internet della scuola.
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Si tiene conto, oltre che della personale bravura ed impegno dell’alunno, anche della puntualità, dell’autonomia, della capacità di lavorare in gruppo e dell’interesse che dimostra per la materia. Gli alunni più bisognosi possono contare nell’aiuto di figure specifiche all’interno della scuola, come tutor o councellor. La disponibilità dei professori è elevata, ogni giorno, dopo la lezione sono a disposizione dei ragazzi per rispiegare i concetti non chiari o aiutare chi è mancato alla lezione.
La mia impressione, al di là dell’aspetto esteriore di scuola, o di non-compiti è positiva, soprattutto quando vedo mio figlio sereno ed integrato, con interesse per le materie che studia (che ha scelto di studiare) nonostante la (iniziale) difficoltà linguistica data da un ragazzo che a 13 anni ha cambiato città, paese e nazione!
Letizia, Vancouver
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Lo scopo è creare uno spazio comune per confrontare le varie culture, viste dallo stesso punto di vista: di mamma italiana!
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