Cosa mangiano i bambini norvegesi?

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Cosa mangiano i bambini norvegesi?

La preoccupazione riguardo i pasti dei più piccoli interessa i genitori di tutto il mondo. Cambiando latitudine si modifica il modo in cui si risponde a questa domanda. Orari diversi, ingredienti e sapori lontani, scelte accomunate dal desiderio di offrire ai piccoli un’alimentazione sana e bilanciata.

La mia esperienza come assistente alla scuola materna norvegese mi ha portata a confrontarmi con un contesto molto diverso da quello italiano in cui mi sono formata. È stata un’esperienza interessante di cui conservo moltissimi ricordi. Una volta superato lo choc per le uscite pomeridiane in qualsiasi condizione climatica, la mamma italiana rimane alquanto perplessa dalle abitudini alimentari delle scuole norvegesi.

Si pranza presto, intorno alle undici, undici e mezza. La preparazione è un rituale in cui i bambini sono direttamente coinvolti: a turno alcuni apparecchiano, usando piatti e bicchieri di plastica colorati, altri posizionano le fette di pane nei cestini e altri ancora, con grande concentrazione, trasportano i cartoni del latte e la brocca dell’acqua. Prima di questo, naturalmente, c’è stato il passaggio al bagno per lavare le mani. Intanto, le assistenti pescano dal frigorifero gli ingredienti con cui si andrà ad arricchire il pane a cassetta: burro (in molti casi margarina), sgombro al pomodoro, salame, una sorta di patè di fegato che qui si chiama leverpostei, formaggio in tubetto insaporito ai gamberetti o al prosciutto, formaggio bianco. La verdura non manca mai, ma è quasi sempre la stessa, accomunata dalla praticità di preparazione senza cottura: cetriolo, pomodoro, peperone. Dopo aver cantato una canzone, parte il rituale della preparazione della propria fetta di pane con gli ingredienti più graditi; le maestre siedono alla stessa tavola e spesso mangiano qualcosa con i piccoli. I bambini spalmano e versano il latte in autonomia, salvo specifiche richieste di aiuto a cui si risponde quasi sempre con un incentivo a provare da soli. Questo vuol dire macchie sui vestiti, certo, e intensa sessione di pulizia di tavoli e pavimenti per le assistenti una volta finito il pranzo! A centro tavola non mancano mai i due ingredienti più curiosi e controversi a queste latitudini: il brunost, formaggio caramellato color bronzo, un sapore dolce-salato che io e molti bambini troviamo deliziosi, e il kaviar, una crema spalmabile di interiora di pesce affumicate, gusto molto deciso per cui alcuni piccoli impazziscono.

Una volta la settimana i piccoli consumano un pasto caldo, che spesso preparano insieme alle maestre occupando la mattinata tagliando e mescolando gli ingredienti. I classici per questa occasione sono i pølse, wurstel accompagnati da patate e carote stufate, talvolta anche in brodo, maccheroncini al sugo di pomodoro, pasticcio di pesce o fiskekaker (tortini di pesce) al forno con le patate, grøt (una sorta di riso e latte molto denso, condito con burro fuso e cannella) nei mesi invernali. La presenza di un’assistente italiana per i piccoli significa una sola cosa: pizza! Almeno una volta al mese preparavo la specialità con l’aiuto dei bambini che impastavano, spalmavano la passata, spezzettavano la mozzarella e mi proponevano ingredienti improbabili con cui arricchire il piatto. Ho lavorato in una sola scuola materna in cui il pasto caldo è previsto ogni giorno: ad occuparsi della cucina non sono le maestre, ma una cuoca e, neanche a dirlo, è una simpatica mamma italiana!

I pomeriggi di gioco all’aria aperta si concludono con il momento della merenda. Ogni bambino porta con sé il matpakke, una scatolina metallica o plastica contenente uno spuntino preparato prima di cominciare la giornata. La scelta dai genitori è limitata da una sola grande regola che sembra costante nella scuola materna norvegese: niente zucchero, nemico numero uno seguito a ruota dalla farina bianca. Quasi tutti portano con sé uno yogurt e un frutto a cui accompagnano spesso una (un’altra!) fetta di pane spalmata con uno degli ingredienti del pranzo. La merenda è leggera perché, da queste parti, la cena arriva a breve. Intorno alle 18 i piccoli si rimettono a tavola con i genitori per consumare l’ultimo pasto della giornata. Il momento della nanna è fissato intorno alle 20-21: niente pisolino dopo i 2 anni, i piccoli si addormentano presto, stanchi dopo una lunga giornata di giochi.

C’è un momento in cui le regole alimentari sono sovvertite: le feste comandate (celebrate con scorpacciate di pølse) e i compleanni.
In questo caso il festeggiato indossa una corona di carta decorata e celebra il suo regno per un giorno con una pioggia di zucchero sugli amichetti: alcuni si limitano a gelato o torte, molti si spingono oltre con gelatina colorata ricoperta di salsa alla vaniglia e orsetti gommosi. Il livello di energia sale, le corse all’aria aperta si fanno ancora più intense; la fine delle risorse zuccherine si manifesta poche ore più tardi con grandi sbadigli, per la gioia di mamma e papà che incontrano i propri angioletti in un momento di calma che non lascia sospettare la precedente rivoluzione!

Camilla Bonetti, autore dell'articolo, è anche una blogger famosa, scoprite tutte le curiosità nel suo seguitissimo Blog "Norvegiani" nel quale racconta la sua esperienza nella terra dei vichinghi.
Camilla è anche la scrittrice di "Dalla A alla A° - Norvegia Istruzioni per l'uso" (edito da Polaris); Un libro patrocinato dall'Ambasciata norvegese sui luoghi della Norvegia raccontati in ordine alfabetico!

 

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